Ordine del Frati Minori Cappuccini

Un po’ di storia

Nel 1530 (circa) un primo drappello di frati, inviatovi da p. Ludovico da Fossombrone, forse su consiglio della matrona genovese Caterina Cibo, trova ospitalità presso l’Ospedale degli Incurabili in Genova, dove il Magistrato della Pia Opera assegna loro alcune stanze e la chiesa di San Colombano. Pochi anni dopo i frati vengono chiamati a prestare la loro opera preso l’Ospedale di Pammattone, con il quale mantengono un ruolo volontaristico, intensificato nei momenti di particolare emergenza (epidemie, tempi di influenza, ecc.). Nel 1538 Il Magistrato dell’ospedale concede in uso ai Cappuccini il vecchio convento di San Barnaba, sito sul colle di Carbonara, in Genova. In questo luogo si celebra nel 1540 il primo Capitolo Provinciale, nel quale il p. Liberio da Domodossola viene eletto Vicario provinciale ed il p. Giuseppe da Fermo primo definitore. La Provincia cresce rapidamente ed entro il 1589 il numero dei conventi sale a 33 nel territorio ligure, piemontese e in Monferrato.
Il 13 settembre 1613, nel Capitolo provinciale celebrato a Pavia e da lui presieduto in qualità di Ministro generale, S. Lorenzo da Brindisi viene eletto Provinciale.
Il seicento vede i Cappuccini liguri impegnati soprattutto su due fronti: quello missionario (nel 1620 partono i primi missionari alla volta dell’Algeria e del Congo) e quello della carità eroica, messa in luce soprattutto durante lo scoppio dell’epidemia di peste del 1630, nella quale con e­roismo si pongono, sia in Genova che in Liguria a disposizione dei colpiti dal morbo. Anche negli 1656/7 i Cappuccini sono impegnati a fondo nell’assistenza dei colpiti dalla “grande peste” negli ospedali, nei lazzaretti, a domicilio. Una cinquantina di essi vi rimettono la vita. Cessata l’epidemia, i Protettori dell’Ospedaletto chiedono ed ottengono che i frati assumano il servizio dell’assistenza nell’opera pia.
Sempre in questo secolo i Frati ricevono il permesso (prima sporadicamente, poi in forma più continuativa) di “ascoltare le confessioni”, ministero nel quale si distingueranno sempre per assiduità e dedizione. In questi anni avviene, per ragioni politiche, lo smembramento del territorio originale della Provincia, con il passaggio di molti conventi sotto la giurisdizione del Regno di Sardegna e del Ducato di Milano; nel 1730 i conventi del Monferrato vengono staccati da Genova per formare una nuova Custodia Generale, e nel 1750 vengono annessi alla nuova Provincia di Alessandria.
La vita della Provincia viene anche arricchita da copiosi frutti di santità: nel 1634, il 30 agosto,  muore a 96 anni nel convento della SS. Concezione in Genova, fr. Tomaso Baracchini da Trebbiano, in fama di santità. Nel 1787 il 25 settembre, muore, in fama di santità, fr. Felice da Marola, questuante, la cui causa di beatificazione non fu portata a conclusione per avverse vicende politiche. Nel 1804, il 27 dicembre, nasce a Camporosso (Im) Giovanni Croese, il futuro s. Francesco Maria, detto il “Padre Santo”.
          
Anche in Liguria passa il vento distruttore delle soppressioni delle case religiose: a causa dei decreti Napoleonici nel 1810 quasi tutti i conventi vengono chiusi e abbandonati. Solo cinque anni dopo viene ordinato di “sbarazzare la chiesa e il convento della SS. ma Concezione… acciò nel primo giorno di giugno sia consegnato l’uno e l’altra a noi Cappuccini per riabitarlo…”. È il primo convento che si riapre dopo la bufera napoleonica. Anche dopo l’approvazione della legge di soppressione delle Congregazioni religiose nel 1866 da parte del governo Italiano, i Cappuccini furono dispersi dai conventi, a cui poterono fare ritorno solo dopo parecchi anni.

Il novecento è un secolo che vede i Cappuccini liguri impegnati in un’intensa attività missionaria e caritativa: nel 1891 viene aperta una Missione nella Repubblica Orientale dell'Uruguay (Missione di Montevideo); tale missione nel 1937 verrà eretta in Custodia Provinciale, con la denominazione di «Uruguay-Argentina», che nel 1943 diventerà Provincia, con il nome di «Rioplatense».
. Nel 1936, il 10 agosto, i primi missionari destinati alla nuova Missione dell’Africa orientale (Harar), ricevono il crocifisso nella chiesa della SS.ma Concezione.
Nel 1938 i Frati, per espresso desiderio del fondatore, assumono l’assistenza religiosa dell'Istituto Pediatrico "Giannina Gaslini" di Genova-Quarto.
Nel dopoguerra due gruppi di Frati partono alla volta del Perù (1948), dando inizio alla Custodia Provinciale del Perù, eretta a Provincia autonoma nel 2004, e della Repubblica Centrafricana (allora chiamata “Oubangui – Chary”) per collaborare con i confratelli francesi in quella terra.
La Provincia attualmente è impegnata specialmente nella pastorale sanitaria, parrocchiale, e nell’annuncio missionario del Vangelo; un servizio molto importante è quello dell’assistenza dei poveri e dei bisognosi, praticato da sempre ed oggi continuato con impegno anche attraverso le “Mense” quotidiane.   

Il “Padre Santo” (San Francesco Maria da Camporosso)

Nacque a Camporosso, un piccolo paese della Riviera di ponente, il 27 dicembre 1804 da Anselmo Croese e Ma­ria Antonia Gazzo, ed ebbe al fonte battesimale il nome di Giovanni. Pastorello, coltivatore di cam­pi, ascoltò un giorno l'invito di un frate ed entrò nel convento dei Frati Minori Conventuali, a Sestri Ponente, dove ebbe l'abito di terziario col nome di fr. Antonio. Non si sentì soddisfatto e un'intima voce non gli diede tregua finché non passò ai Cappuccini.
Fece il suo anno di noviziato nel convento ge­novese di S. Barnaba (1825-26). Appena emessa la professione col nome di Francesco M., venne assegnato al convento dei Cappuccini della SS.ma Concezione, in Genova, dove rimase fino alla morte.
Destinato agli umili uffici (egli era fratello lai­co) di aiuto cuoco e infermiere, si fece subito notare per una particolare fedeltà al suo dovere e per una generosità senza risparmio. I superiori credettero quindi bene di affidargli l'incarico del­la questua, che lo costringeva a percorrere ogni giorno le anguste vie della città, i famosi carrugi, che trasformò in un luogo di incessante colloquio con Dio. Il popolo scriverà un giorno sotto la sua statua che fu « più beato nel dare che nel rice­vere », mettendo così l'accento su quella che fu la sua più insigne caratteristica di cercatore. Il suo esempio divenne presto motivo di attra­zione irresistibile e le sue parole semplici e spon­tanee avevano il segreto di confortare ogni dolore.
La sera, quando rientrava nel convento, era atteso nell'ombrosa piazzetta, da un numero sempre maggiore di bisognosi, ognuno con la sua ansia, ognuno con la segreta speranza di una grazia. Il frate mite rispondeva a tutti e, quando le cose richieste erano troppo grandi, diceva con estrema spontanea umiltà : «Andate dalla Madonna e di­tele che è fra Francesco che vi manda... », oppure invitava a rivolgersi ad uno dei suoi santi protettori: s. Francesco, s. Antonio, s. Caterina Fieschi.
Il colloquio era più cordiale e intenso con la gente del porto e del mare, da lui avvicinata nelle calate e nel portofranco, dove aveva libero acces­so. Nelle sue lettere, da lui stesso faticosamente vergate o fatte scrivere da altri, si scopre una spi­ritualità semplice e lineare, basata sul sacrificio, alimentata dalla fede e dalla speranza.
Nel 1866 Genova fu colpita da un'epidemia di colera: ne fu dolorosamente impressionato. Che poteva egli fare per la sua città? Avrebbe voluto mettersi a servizio dei colpiti, ma le sue condizioni di salute non glielo permettevano. Ave­va ancora una cosa da donare, la sua vita. Pregò il Signore che prendesse lui e risparmiasse la città. Fu esaudito. Dopo tre soli giorni di malattia morì il 17 settembre e la mortalità pubblica decrebbe rapi­damente, come fanno fede i bollettini sanitari del tempo. La salma fu portata al cimitero di Staglieno, dove presto ebbe una pro­pria tomba e un monumento. Nel 1911 venne trasferita nella chiesa, dove egli aveva tante volte pregato e dove oggi riposa in un'urna di bronzo, preparata dopo la beatificazione.
Il popolo continuò a cercarlo, a invocarlo. Fio­rirono grazie e miracoli. Pio XI lo proclamò beato nel 1929 e Giovanni XXIII lo dichiarò santo, il 9 dicembre 1962. La sua festa liturgica è asse­gnata al 17 settembre.

Riferimento in Genova

Convento Padre Santo
Piazza Cappuccini 1
16122 Genova
tel. 010.8392307  e  010.8398519
sito  www.fraticappuccini.it
www.cappucciniliguri.it

 
 
   
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